Mettere un punto. Mettere un punto alla frase di un articolo. Mettere un punto all’interminabile elenco delle vittime. Mettere un punto a “non ho visto” e “non ho sentito”. Mettere un punto ad un brano di città dove troppo si è lasciato passare e si è tollerato. Mettere un punto, segnare un luogo che prima non c’era e ora c’è. Mettere un punto perché non se ne può più. Mettere un punto alla camorra. Mettere un punto: da qui voltiamo pagina.La proposta progettuale parte dall’idea di un punto tipografico. Il punto è il più semplice degli elementi che si possano pensare: non ha forma, non ha dimensioni, si sottrae alle categorie del tempo e dello spazio. E tuttavia si ha l’esigenza di rappresentarlo come elemento monumentale, dargli una realtà materiale che sia sotto gli occhi di tutti. L’espressione spaziale di questo concetto viene resa attraverso una sfera, un solido puro, simbolo di integrità e completezza.L’area dove sarà collocata l’opera è caratterizzata da un consistente flusso di traffico legato ai veicoli in ingresso e in uscita dalla Tangenziale di Napoli, che si muovono in più versi e in più direzioni. Vi è quindi la necessità di offrire un elemento che sia fruibile “a tutto tondo”, indipendentemente dalla prospettiva sotto il quale lo si guardi.Il progetto si compone di un unico elemento sferico avente raggio di 3 m, collocato al centro della rotonda oggetto d’intervento. Si tratta di una struttura geodetica realizzata con moduli reticolari a pendoli e cerniere in acciaio; la struttura è agganciata a terra per mezzo di sei plinti in cemento armato che scaricano i pesi al suolo, su cui poggiano altrettante cerniere dalle quali si dirama la struttura di bracci. All’interno è collocata la Mehari di Giancarlo, sospesa per mezzo di un’asta collegata a tiranti in acciaio. Parte della superficie esterna è ricoperta da moduli opachi; su di essi sono incisi i nomi delle vittime delle mafie secondo l’elenco curato dall’Associazione Libera .Ne risulta una sfera in parte trasparente, e permeabile ed in parte occlusa. Questo gioco cromatico vuole richiamare simbolicamente il sorgere dell’alba della legalità contro la notte della camorra e di questo messaggio è veicolo la Mehari di Giancarlo che si trova al centro del monumento. La sfera si propone come fulcro visivo e psicologico attorno al quale gravitano le storie della gente comune, le loro ambizioni, le loro speranze per il futuro, il loro desiderio di riscatto da uno stereotipo di omertà e rassegnazione che troppo spesso le viene cucito addosso.